Jesus Christ Superstar: la più grande opera rock su Gesù compie 50 anni

Uscito in doppio album, diventerà musical, replicato sino ai giorni nostri.
di Enrico Daniele.    

Nel 1970 Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, due sconosciuti ragazzi inglesi poco più che ventenni, incisero un doppio album destinato a diventare l’opera rock più famosa nel mondo, da cui venne tratto un musical replicato sino ai giorni nostri.

Webber (23, che compose le musiche) e Rice (20, che scrisse i testi) ebbero l’idea del disco quando erano in vacanza a Ventimiglia dalla zia di Rice. Un’opera straordinaria, che racconta l’epilogo della vicenda umana di Cristo, figlio di Dio fatto uomo, con una visione della passione diversa da quella raccontata dai Vangeli, scritta in un’epoca storica che vedeva imporsi il fenomeno hippy, per questo criticata e amata allo stesso tempo. I testi di Rice danno maggior importanza alle relazioni interpersonali di Gesù: con Giuda, il traditore, e con Maria Maddalena, donna prima peccatrice, poi seguace e palesemente innamorata di Cristo. La trama si esaurisce con la crocifissione di Gesù e non va oltre. Per questa impostazione non convenzionale, lontana dalla versione ufficiale dei Vangeli, il disco fu vittima della censura. Ciò nonostante il doppio vinile non tardò a scalare le classifiche mondiali e diventare un cult.

Conquistato dalla trama, un anno dopo il produttore australiano Robert Stigwood produsse il musical, in scena a Brodway dove divenne uno dei più grandi successi e nel 1973 realizzò il film, per la regia di Norman Jewinson, girato principalmente nel deserto del Negev, in Israele.

Nel 1974, dopo l’approvazione della commissione di valutazione film della Cei, arrivò in Italia ad affascinare i giovani e il loro spirito di libertà.

In questa Pasqua, confinata dall’emergenza coronavirus, si è fermato il tour commemorativo per i 50 anni del musical. In soccorso ai cultori dell’opera, viene proposto da sir Andrew Lloyd Webber sul suo canale youtube. Anche Stefano Bollani ha rivisitato a suo modo il capolavoro, in versione strumentale per solo piano, nell’album “Piano Variations on Jesus Christ Superstar”, uscito da poco. Il regista Massimo Romeo Piparo, autore di una applauditissima versione in scena in Italia per oltre 20 anni, dal 2014 con l’originale interprete di Gesù, Ted Neeley, vorrebbe ripresentare l’opera nel 2021.

Jesus Christ Superstar (album, 1970)
Genere: art rock – progressive rock
Interpreti principali:
Ian Gillan: Gesù Cristo
Murray Head: Giuda Iscariota
Yvonne Elliman: Maria Maddalena
Victor Brox: il sommo sacerdote Caifa
Barry Dennen: Ponzio Pilato
Brian Keith: sacerdote Anna
John Gustafson: Simone Zelota
Paul Davis: Simon Pietro
Mike D’Abo: Re Erode

Mina duetta con Fossati

In uscita un inedito album scritto dal cantautore genovese
di Enrico Daniele

In comune, Mina e Ivano Fossati, oltre che essere due nomi noti della canzone italiana, hanno anche la prematura scelta di abbandonare le scene.

Poco propensi alla vita pubblica e mondana, ma entrambi con una notevole carriera artistica alle spalle, i due artisti ad un certo punto decidono di dire basta col palcoscenico. Come i Beatles, stanchi e “impauriti” dalle folle oceaniche che li inseguivano ai loro concerti ad ogni angolo del mondo.
Mina all’apice del successo, decise di farlo nel 1978, lasciando sbigottiti i tanti ammiratori. Fossati più avanti, nel 2011, probabilmente perché non si riconosceva più, come artista, nel modo di fare musica di oggi.

Stimolato dall’invito di Mina, il cantautore genovese non ha saputo rifiutare: “Ho smesso, ma a lei non potevo dire di no. Non cambio la mia decisione: niente dischi, niente concerti – chiosa Fossati – ma nessun musicista sano di mente avrebbe detto di no a Mina”.

Ecco allora che scrive gli undici brani per un nuovo album in uscita il 22 novembre per la Sony Music, intitolato MinaFossati, cantati in duetto con la più grande interprete italiana di tutti i tempi.
Qualche “contatto”, in verità, in passato tra i due c’era stato: Mina aveva interpretato alcuni brani di Fossati (Stasera sono qui, Non può morire un’idea, Matto, Cowboys e La casa del serpente); a sua volta il cantautore compariva, per un doveroso omaggio alla cantante, nel finale di “Notturno alle tre”, altro suo brano cantato da Mina.

E se di Mina tutti conosciamo l’infinito talento di interprete, di Fossati, dopo l’esordio sanremese nel 1972 con “Iesael” dei Delirium, in molti dimentichiamo i successi delle canzoni scritte per Patty Pravo (Pensiero stupendo), Anna Oxa (Dedicato, Non sono una signora), Loredana Bertè (Traslocando). A Mina era destinato “E non finisce mica il cielo” che invece divenne un must di Mia Martini con la quale Fossati visse anche una complicata storia sentimentale per essere poi definito, dalla brava e sfortunata cantante calabrese, il suo “amore più grande”.

Di Fossati sono le musiche di “Anime salve”, ultimo capolavoro di De André. Come solista il suo brano più noto resta sempre “La mia banda suona il rock”, ma molti altri ne ha scritti e cantati per un pubblico di nicchia, il suo, avulso dagli stilemi degli altri cantautori contemporanei all’artista.

Dopo i duetti con Celentano, ecco che Mina si ripresenta ai propri fans in coppia con Fossati per un’opera che unisce due voci tanto diverse quanto belle, unitamente ai testi di indubbia qualità.

La tracklist dell’album Mina Fossati
1. L’infinito di stelle
2. Farfalle
3. Ladro
4. Come volano le nuvole
5. La guerra fredda
6. Luna diamante
7. Tex-Mex
8. Amore della domenica
9. Meraviglioso è tutto qui
10. L’uomo perfetto
11. Niente meglio di noi due

Yesterday, una surreale storia d’amore e di musica

L’ennesimo omaggio ai Beatles…con sorpresa finale.
di Enrico Daniele

È uscito nelle sale italiane il 26 settembre Yesterday, commedia musicale surreale, ennesimo tributo ai Beatles, diretto dall’inglese Danny Boyle, regista Premio Oscar per “The Millionaire”, ed interpretato dall’ attore e musicista britannico di origine indiane Himesh Patel, nella parte del protagonista Jack Malik.

Commesso in un grande magazzino, Jack ha la passione per la musica e, stimolato dalla sua manager e amica d’infanzia (una graziosa Lily James – nel ruolo di Ellie Appleton, innamorata non corrisposta da Jack), si sforza di suonare nei pub di provincia, perlopiù davanti ai soliti quattro amici. All’uscita da un locale dopo l’ennesima sfortunata esibizione un improvviso, quanto improbabile, blackout spegne letteralmente il mondo intero per alcuni secondi, durante i quali Jack viene travolto in bicicletta da un autobus, ma fortunatamente si salva.

Uscito dall’ospedale, inspiegabilmente Jack pare essere l’unico al mondo a ricordare le canzoni dei Beatles. Pensa così di riscriverle e farle passare per sue, in una sorta di personale rivincita. Il fato, benevolo una prima volta per averlo salvato da morte sicura, gli riserva un’altra sorpresa. Casualmente, dopo una esibizione in una tv locale, nientemeno che Ed Sheeran (che interpreta se stesso nel film ed ha sempre trovato nei Beatles la maggior ispirazione per la sua musica) lo contatta invitandolo ad aprire un suo imminente concerto a Mosca.

Il successo è immediato al punto tale che sarà lo stesso Sheeran ad “inchinarsi” al talento cristallino di Jack.

Il film corre veloce e divertente sui brani dei Beatles (cantati e suonati veramente da Malik/Patel, scelto appunto per la sua capacità di interpretare con pathos e realismo i successi dei Fab Four), incrociando l’ascesa artistica di Jack – che diventa una star mondiale – con la definitiva rassegnazione di Ellie, che si fidanza con un altro.

Ma il colpo di scena è dietro l’angolo e arriva puntuale.

Dopo un mega concerto sul tetto di un hotel in riva al mare di Gorleston, davanti ad una sterminata folla di fan (palese il richiamo all’ultimo famoso concerto dei Beatles sul tetto della Apple Corps) due di loro entrano nel camerino di Jack e gli confessano di conoscere loro stessi i Beatles, ringraziandolo però per aver regalato al mondo le loro canzoni. I due si congedano consegnandogli un biglietto.

Nel frattempo, Sheeran con Debra Hammer (famelica produttrice interpretata da una cinica Kate McKinnon), organizzano per Jack il concerto della sua definitiva consacrazione artistica allo stadio Wembley al termine del quale, però, avviene il “crollo psicologico”. Infatti, Jack confessa a tutti la verità, tuttavia ottenendo il consenso inaspettato e l’applauso commosso dei fan.

Finalmente liberato dai vincoli di un successo, cercato in tutti i modi, ma che lo stava inesorabilmente ingabbiando in un mondo che non sentiva come suo, Jack si reca all’indirizzo indicato nel biglietto consegnatogli dai due fan di Gorleston ed incontra nientemeno che…

Come nelle migliori storie d’amore, il film chiude in bellezza. Jack finalmente si accorge del trasporto di Ellie, innamorata di lui sin dai tempi dell’infanzia. I due si concedono l’un l’altro ritornando poi alla loro vita normale. Lei ad insegnare matematica, lui a realizzare il suo vero sogno: insegnare musica ai bambini.

Con un budget stimato intorno ai 26 milioni di dollari, 10 dei quali per ottenere i diritti dalla Apple Records e Sony/ATV Music Publishing, il film distribuito dalla Universal Pictures era stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival nel maggio di quest’anno e in luglio al Taormina Film Fest.

Le riprese erano iniziate nell’aprile del 2018 ed originariamente, la parte di Ed Sheeran era stata offerta a Chris Martin – frontman dei Coldplay, che la rifiutò. Ringo Starr, preventivamente informato assieme a McCartney e alle vedove di Lennon ed Harrison, definì l’idea del film “adorabile”.

La critica si è espressa in maniera del tutto positiva ed il film è stato candidato al Peoples’s Choice Awards 2019 (premio statunitense assegnato dalle votazioni del pubblico al miglior film commedia) e al Saturn Award 2019 (che premia il miglior film fantasy). Positivi anche gli incassi al botteghino: agli inizi di settembre erano a quota 142,2 milioni di dollari nel mondo.

I 50 anni di Abbey Road

L’ultimo atto dei Beatles, che avevano ancora molto da dire.

di Enrico Daniele

Esce oggi per Apple Corps Ltd./Universal Music, in versione rimasterizzata e con molte tracce inedite, Abbey Road, l’ultimo capolavoro dei Beatles uscito nella versione originale il 26 settembre 1969.

L’album con la famosa copertina che ritrae i quattro di Liverpool attraversare la strada in fila indiana sulle strisce pedonali di Abbey Road, fuori dagli studi di registrazione della EMI Records, rimane forse il più bello dei Beatles, il penultimo in studio, ma l’ultimo registrato insieme da Lennon, McCartney, Harrison e Starr. Dopo l’uscita di Abbey Road, le strisce pedonali di quella strada sono diventate uno dei luoghi universalmente più fotografati, tutelati come un monumento storico e visitati ogni anno da migliaia di fan dei Beatles. Grazie al grande successo dell’album, gli studi della EMI vennero addirittura ribattezzati Abbey Road Studios, diventando lo studio di registrazione più famoso al mondo.

L’opera esce in molti formati (Box Super Delux, Delux Vinyl Box limited edition, Deluxe 2CD, 1CD 1 LP e una edizione limitata da 1LP Picture Disc con nei due lati raffigurata la storica cover di Abbey Road) e contiene il nuovo stereo mix, realizzato direttamente partendo dalle otto tracce dei nastri originali, mixati da Giles Martin (figlio di George, il produttore considerato a pieno titolo il “quinto Beatles”) e Sam Okell, che insieme hanno lavorato con un team di esperti ingegneri e specialisti del restauro del suono agli Abbey Road Studios.

All’epoca, era il 1969, i Beatles litigavano praticamente su tutto, facendo emergere rancori covati per anni, ma costretti per esigenze contrattuali a far uscire un album.

In queste condizioni, difficilmente qualcuno ci sarebbe riuscito. Non i Beatles, chiamati a raccolta da Paul McCartney che aveva in precedenza contattato George Martin. Insieme, messi da parte i vecchi rancori, sfornarono uno dei risultati migliori di sempre.

“Come Together” di John Lennon apre l’album dove l’impronta più forte è lasciata però da George Harrison con la meravigliosa “Something” e con “Here Come The Sun”. Ringo Starr mette il suo sigillo con “Octopus’s Garden”, un brano “italiano” scritto durante una vacanza solitaria in Sardegna. Tuttavia, è Paul McCartney a caratterizzare il lato B dell’album con un medley di 16 minuti, in una vera e propria “opera rock”. Il finale è un assolo di batteria di Ringo: quel “The End” con la sola semplice frase “And In The End, The Love You Take Is Equal To The Love You Make”

Una “anniversary edition” che non può mancare nella discoteca di tutti gli appassionati dei Beatles.

La tracklist di Abbey Road
Lato A
Come Together (Lennon-McCartney) – 4:20
Something (Harrison) – 3:03
Maxwell’s Silver Hammer (Lennon-McCartney) – 3:27
Oh! Darling (Lennon-McCartney) – 3:26
Octopus’s Garden (Starkey) – 2:51
I Want You (She’s So Heavy) (Lennon-McCartney) – 7:47

Lato B
Here Comes the Sun (Harrison) – 3:05
Because (Lennon-McCartney) – 2:45
You Never Give Me Your Money (Lennon-McCartney) – 4:02
Sun King (Lennon-McCartney) – 2:26
Mean Mr. Mustard (Lennon-McCartney) – 1:06
Polythene Pam (Lennon-McCartney) – 1:12
She Came In Through the Bathroom Window (Lennon-McCartney) – 1:57
Golden Slumbers (Lennon-McCartney) – 1:31
Carry That Weight (Lennon-McCartney) – 1:36
The End (Lennon-McCartney) – 2:19
Her Majesty (Ghost Track – Lennon-McCartney) – 0:23

Un grande successo la prima di The BigBeat

“Sold out” al debutto dello spettacolo ideato da Ivo Zorzi con le musiche dei Beatles

di Enrico Daniele
(foto per gentile concessione di The BigBeat)

Sabato 9 settembre al teatro San Tommaso Moro di Piombino Dese è andata in scena la prima assoluta di The Big Beat, Continua a leggere

The BigBeat, l’amore, la guerra in un decennio che ha cambiato la storia

A pochi giorni dal debutto l’intervista a Ivo Zorzi, ideatore dello spettacolo con le musiche dei Beatles

Ivo Zorzi, ideatore e coautore assieme a Francesco Boschiero dello spettacolo musical-teatrale The BigBeat, una storia d’amore ambientata nell’epoca sfolgorante dei Beatles

di Redazione
(foto di Nicola Fasolato)

Dei Beatles e sui Beatles si è fatto e scritto di tutto. Di loro conosciamo ogni minimo dettaglio.
E non potrebbe essere diversamente per un gruppo che con le loro canzoni ha influenzato non solo il mondo della musica, ma anche quello dei costumi, della moda e del pensiero di intere generazioni. Un fenomeno mediatico mondiale che, in un’epoca dove non esisteva internet, è riuscito a contaminare tutti.

Tuttavia, qualcosa non era ancora stato fatto, così almeno ne è convinto l’ideatore di The BigBeat, lo spettacolo musical-teatrale ideato e realizzato da Ivo Zorzi, apprezzato chitarrista e cantante in molte formazioni (ndr, Sgt Pepper’s Beatles tribute band, DOC, Ivo musicante e i banditi presi per caso, Maurizio Boldrin’s Band)
Musikkoman lo ha incontrato a qualche giorno dal debutto dello spettacolo che avverrà presso la Sala San Tommaso Moro di Piombino Dese.

MK: “Ivo, quando hai maturato l’idea di uno spettacolo sui Beatles?”
Zorzi: ”L’idea mi è venuta nel 2015, mentre partecipavo come attore al JCS Superstar con la compagnia CDM, dove interpretavo Giuda. Nella mia mente mi sono immaginato di mescolare i testi e le musiche dei Beatles con una storia d’amore rappresentata da attori di teatro, unitamente alle coreografie di un corpo di ballo”

MK: “Non propriamente un musical quindi…”
Zorzi: “No, assolutamente. Né musical, né teatro, ma un qualcosa di più che mi risulta non essere mai stato fatto. Tra l’altro questo è ciò che più mi preoccupa. E’ una prima volta per tutti, per me e per il pubblico che mi auguro possa apprezzare l’idea”

MK: “Un’idea nuova quindi. Per realizzarla hai dovuto unire gli attori di una compagnia teatrale, di un corpo di ballo, di un gruppo di musicisti”
Zorzi: “…e di un regista che sapesse interpretare le mie idee e fosse in grado metterle in scena. É stato il lavoro più difficile perché senza un regista lo spettacolo non poteva essere realizzato. Non ti nascondo che ho faticato molto a trovarlo e dopo alcuni tentativi ho incontrato Francesco (ndr, Francesco Boschiero, regista, attore, e direttore artistico di eventi culturali). La cosa stupefacente è che lui non conosceva per nulla i Beatles, nemmeno i loro maggiori successi …lui è più giovane di me e probabilmente non ne aveva mai avuto l’occasione. Sta di fatto che, quando gli ho proposto l’idea, è stato subito entusiasta di esserne il regista e di accettare una sfida mai combattuta da nessuno.”

MK: “Parlaci dello spettacolo”
Zorzi: “È la storia di due innamorati Jude e Lucy, che vivono l’America nel decennio dai ’60 ai ’70. Crescono con i loro amici in un’epoca controversa, dove i costumi e le idee stavano cambiando, sullo sfondo di una guerra (ndr, quella del Vietnam, la prima ad essere trasmessa in tv) che non era piaciuta a nessuno ed aveva scatenato i movimenti pacifisti di tutto il mondo. Colonna sonora le musiche dei Beatles che dagli inizi, contaminate dal rock’n’roll, passeranno poi a quelle più psichedeliche nell’epoca caratterizzata dalle più disparate sperimentazioni di ogni tipo di droghe, sino ai “figli dei fiori”, l’epoca dell’amore libero. Ecco, in breve sintesi, la trama: tutto ruota sostanzialmente intorno ad una parola, anzi, alla parola più usata nelle canzoni dei Beatles, declinata in altrettante infinite situazioni, in un concetto universale: love.”

MK: “Se posso permettermi, trovo l’idea eccezionale, veramente!”
Zorzi: “Lo spero, anche se ti devo dire che all’entusiasmo e all’impegno di tutti i protagonisti dell’opera, affidati alla sapiente direzione di un regista che ha faticato non poco a mettere su un unico binario tutti i nostri istinti che ci avrebbero portati in direzioni diverse, ora subentra una notevole tensione, una paura che, mi auguro, sparisca nel momento in cui il sipario si aprirà la sera della prima (ndr, sabato 9 settembre).”

MK: “Cosa ti aspetti di trovare in fondo a quello che tu definisci un “salto nel buio”?”
Zorzi: “In fondo al salto mi piacerebbe trovare uno spettatore emozionato in maniera diversa. Nei 5 quadri dello spettacolo, vorrei che ogni spettatore ne trovasse almeno uno che lo identifichi e che lo lasci con “un cuore grande così”.

Allarga le braccia Ivo quando pronuncia la parola “cuore” con la sua caratteristica “erre” arrotata, e contemporaneamente i suoi occhi brillano di luce. Segno evidente che quel “salto nel buio” se da una parte lo preoccupa, dall’altra lo spingono ad accettare una sfida con entusiasmo e che noi tutti ci auguriamo possa vincere alla grande!

E, come si suol dire in questi casi, tanta m….a, m….a, m….a Ivo!

La Redazione di Musikkoman™

Alberto Ziliotto

Due pubblicazioni di Alberto Ziliotto

CD “SUONO COME SONO”, l’album di debutto da solista, autoprodotto nel 2009, contiene i primi brani fingerpicking, sue originali composizioni, come “Quello che ti vorrei dire”, “Le 7 tazze” e altri ancora.

“Alberto mostra a suo favore soprattutto la capacità di conciliare l’uso delle nuove tecniche contemporanee, percussioni e tapping a due mani, con una vena melodica fresca e discreta, a tratti minimalista e mai dipendente da eccessi virtuosistici. E’ una caratteristica che prelude a sviluppi interessanti”.
Andrea Carpi, fingerpicking.net

Tracklist:
1 – Quello che ti vorrei dire – 1:52
2 – Il risveglio – 2:00
3 – Irish tunes – 1:34
4 – Verde e grigio -1:49
5 – Il cantico delle creature – 2:46
6 – Carillon – 0:51
7 – Un abbraccio – 2:00
8 – Caduta libera – 2:36
9 – Le sette tazze – 2:18
10 – Caduta libera (feat Luca Rocelli & Riccardo Albori) – 2:18

CD “TIENITI TUTTO”, il suo secondo album di brani per chitarra acustica pubblicato il 6 luglio 2013, oltre a raccogliere brani come “Frenesia”, “Madleine” e brani inediti, contiene il brano “Get On” scritto per la pubblicità della compagnia VVT e “Talking About” nella versione in duo acustico e con una big band.

“È uno di quei dischi che ti tengono proprio compagnia. Spesso la musica è diventata un mero sottofondo delle nostre vite, a volte persino invadente e fastidiosa. Non l’ascoltiamo nemmeno più. C’è ovunque, ma fuori dal locale, dal negozio, dal bar, non sapremmo rispondere se ci chiedessero cosa suonassero là dentro. Non in questo caso”.
Patrizia e Mauro, La 6 corda

Tracklist:
1. Akita mani yo – 3:30
2. Frenesia – 2:24
3. Nel sogno di Amelia – 2:31
4. Tieniti Tutto -1:50
5. Triste per te – 2:53
6. Al Tramonto – 3:14
7. Talking about – 2:32
8. Get On – 1:50
9. Madleine – 4:54
10. Talking about (extended version) – 3:14

Mideando String Quintet

Quattro pubblicazioni dei Mideando String Quintet

CD “L’INVERNO DEI COLTELLI”, pubblicato nell’autunno del 2000, comprende brani originali ed è il risultato di una approfondita ricerca che unisce le sonorità degli strumenti acustici ai testi in italiano dello scrittore Giulio Mozzi (Mondatori-Einaudi). Comprende anche brani cover completamente ri-arrangiati, alcuni di questi raccolti in un CD live dal titolo “BOOTLEG!” , registrato durante il tour 2001.

CD “VIAGGIO…”, prodotto da Velut Luna (giugno 2004), continua nella via intrapresa presentando dieci nuovi brani originali e due cover che “vivono” dell’inconfondibile sound Mideando.

CD “TUTTE LE DIREZIONI” (ottobre 2007), sempre prodotto da Velut Luna, comprende  sia canzoni originali sia alcune cover ri-arrangiate dalla band  (Video Killed The Radio Star dei Buggles, These Are The Days Of Our Lives dei Queen e You’re The One That I Want dal film Grease, più una versione del tradizionale americano Turkey In The Straw).

CD “SEGUENDO LE NUVOLE” (autoprodotto, novembre 2013). 14 brani di cui otto originali in italiano e uno in inglese, più cinque cover (Si Viaggiare e Nessun Dolore – Mogol/Battisti, Un Giudice – Fabrizio De Andrè, Roxanne – Sting, Like A Rolling Stone – Bob Dylan ). Ospiti: Jacopo Jacopetti al sax, Giko Pavan al contrabbasso e violoncello, Matteo Mignolli al flauto, Paolo Vidaich alle percussioni. La copertina è firmata da Kenny Random. L’album ha già avuto ottime recensioni dalle riviste italiane: Chitarre, Jam, L’Isola Che Non C’Era, The Long Journey, BloogFolk, Padovando, più varie riviste europee.

The Italian Squad

The Storm

“Una storia raccontata attraverso le canzoni, sotto forma di concept album.

Un innominato individuo vive una comoda vita apatica, menefreghista e mondana, circondata soltanto da gioie fittizie e bugie.

Tuttavia, questa condizione viene stravolta dall’arrivo di un qualcosa che turberà per sempre l’animo del protagonista: la Tempesta che, con tutta la sua maestosità distruttiva, getta nel baratro la sua condizione interiore e annebbia le speranze per il suo futuro.

Quindi, il protagonista è profondamente spaesato e scioccato da questo evento così repentino e cade in una sorta di oblio, dal quale crede di non riuscire più a risollevarsi.

Qualcosa cambia quando, camminando in mezzo alla desolazione autunnale, specchio della solitudine interiore, il protagonista capisce che la via per una “resurrezione” interiore esiste, alla vista di un nido di rondini in mezzo alla distruzione creata dalla Tempesta,che lui coglie come uno spiraglio di luce in mezzo alle tenebre.

Inizia così un cammino di maturazione interiore, che farà cambiare profondamente la realtà del protagonista, ristabilendo una nuova pace e una nuova conoscenza di sè… un po’ come la quiete dopo la tempesta.

The Storm si sviluppa attraverso 14 canzoni, che prendono spunto principalmente da un genere Pop/Rock, ma con sfumature che vanno dal Progressive all’Alternative. Le nostre sonorità moderne, con melodie molto orecchiabili, catturano da subito l’attenzione del nostro pubblico, soprattutto quello più giovane”

Luca Ceccato