Articoli

Lady Madonna al Rex: emozioni al femminile

Uno spettacolo di teatro canzone dedicato alla donna sulla musica dei Beatles

di Enrico Daniele

foto di Gianni Girardi

In piena sintonia con la “donna”, il tema proposto dalla rassegna “E qualcosa rimane” ed. 2025, sabato 12 aprile al Cinema Teatro Rex è andato in scena l’ultimo dei tre spettacoli “fuori cartellone” della manifestazione ideata e diretta con successo da Charlie Agostini.

Sul palco i “Lady Bee” una nuova formazione del panorama musicale padovano, tuttavia composta da ben noti e talentuosi artisti: la cantante Erika De Lorenzi; il chitarrista, cantante, amante e cultore appassionato della discografia dei Beatles, Michele Vallerotonda; il pianista Guido Rosa che con Vallerotonda condivide la passione per i 4 di Liverpool e insieme si sono occupati degli arrangiamenti.

Special Guest una dei “migliori microfoni” padovani, Wendy Muraro, autrice ed interprete dei monologhi originali, basati sulle emozioni primarie (Sorpresa, Paura, Disprezzo, Disgusto, Tristezza, Rabbia e Gioia, nell’ordine proposto dalla serata) riferite alla donna e raccontate con arguta espressività tra un brano e l’altro.

Nell’arco di più di un’ora e mezza di spettacolo, il pubblico presente (rarissime le poltrone vacanti) ha potuto apprezzare i Beatles rivisitati con arrangiamenti molto singolari, con sfumature di jazz, soul e R&B, dove il pianoforte di Rosa ha fatto da padrone sulla scena esaltando la duttile voce di Erika De Lorenzi che si è adeguata al ritmo e al tema proposto di volta in volta dai monologhi, affiancata dal controcanto e dalla chitarra acustica di Vallerotonda.

Dodici i brani proposti: in apertura “A Day In A Life” (1967); una versione dolcissima di “Across The Universe” (1969); “She’s Leaving Home (1967); “Blackbird” (1968); “The Long And Winding Road” (1970) in un arrangiamento a mio parere molto curato e ricercato; “While My Guitar Gently Weeps” (1968) uno dei miei brani preferiti; “Helter Skelter” (1968); “Hey Jude” (1968) con il pubblico chiamato a cantare assieme a Erika; “Golden Slumbers” (1968) altro pezzo nella mia personalissima top play list dei Beatles; “Here Come The Sun” (1969); “Lady Madonna” (1968) il brano che ha ispirato lo spettacolo.

Il bis, richiesto a gran voce dal pubblico, in realtà è un ulteriore pezzo proposto dal gruppo, “Let it Be” (1970) che chiude perfettamente il tema della serata.

Ricca di saggezza la morale conclusiva, perché nonostante le emozioni che la vita ci riserva, belle o brutte che siano, vanno prese con leggerezza, smettendo di rimuginare sulle cose; invece, lasciandosi andare al percorso che il quotidiano ci offre ricercandone l’opportunità.

Opera Prog dei Time Machine: ancora un sold out al Rex!

Guest star Tony Pagliuca delle Orme.

di Enrico Daniele

foto di Daniela Gobbato

Ormai è una costante e quasi non fa più notizia l’ennesimo sold out al Cinema Rex, specie per le rassegne curate dal direttore artistico Charlie Agostini.

Protagonisti, sabato 22 marzo, i Time Machine, gruppo assai noto nel padovano e non solo, forte della versatile voce del front man, Tiziano Franco, capace di esprimersi con innata disinvoltura in brani anche molto diversi tra loro.

Con Tiziano, sul palco del Rex alla chitarra elettrica Maurizio Santato, Giuliano Bernardinello alla batteria, Riccardo Mercatelli alle tastiere e Stefano Schiavon al Basso.

Il concerto, in due parti, ha presentato nella prima la quintessenza del progressive-rock inglese.

Si inizia con la sontuosa “Fanfare For The Common Man” di Emerson Lake & Palmer, brano che il trio britannico ha ripreso dall’omonimo di Aaron Copland, riarrangiato con gli stilemi tipici della nascente onda musicale rispetto alla partitura originale che ha portato a oltre 9 minuti la lunghezza del brano. Sullo schermo del Rex le famosissime immagini dello Stadio Olimpico di Montreal dove gli E.L.P. avevano registrato il video.

Dopo un altro must degli E.L.P., “Lucky Man”, due brani dei Jethro Tull: “Locomotive Breath” e “Aqualung” tratti dall’omonimo album del 1971, il loro quarto, che certamente meglio identifica la produzione discografica della band che, dopo fasi alterne, dal 2017 è tornata a calcare le scene musicali.

La rivisitazione delle band britanniche da parte dei Time Machine è proseguita con due pezzi dei Kim Crimson: “Epytaph” e “The Court of the Crimson King” tratti dall’omonimo primo album pubblicato dalla band nata nel 1968, seguita da due dei Genesis, “Abacab” e “ I Know Wath I Like”, quest’ultimo quando era ancora a cantare il camaleontico Peter Gabriel.

A Salty Dog” dei Procol Harum, ha riportato indietro negli anni il pubblico del Rex perché il brano era diventato famoso in Italia per essere stata la sigla del programma televisivo per ragazzi “Avventura”.

Chiudono la prima arte dello spettacolo due pezzi dei Pink Floyd: “Time” da “The Dark Side Of The Moon” album del 1973 sul percorso psicofisico umano con inizio e fine (nascita e morte) scandita appunto dal tempo, e “Confortably Numb” dall’album “The Wall” del 1979.

L’intermezzo tra la prima e seconda parte è una vera sorpresa ed è lo stesso Tiziano Franco, con una certa emozione, a presentare l’ospite che lui stesso ha definito come un suo mito, sin da quando da giovane aveva iniziato a coltivare la musica: Tony Pagliuca, storico tastierista e compositore delle Orme, uno dei gruppi che in Italia hanno dato maggior visibilità al progressive-rock.

Pagliuca, pescarese di nascita, ma veneziano di adozione (i suoi genitori si trasferirono a Marghera quando lui aveva solo 2 anni), non dimostra assolutamente i suoi 78 anni, specie quando inizia a suonare la tastiera messagli a disposizione sul palco, ed insieme ai Time Machine sfodera tutto il suo talento in un medley che ha fatto saltare sulle poltrone il pubblico del Rex.

Dalle Orme al Banco del Mutuo Soccorso il passo è breve: “R.I.P.” e “Non mi rompete” i due brani omaggio alla band che con Orme, Premiata Forneria Marconi e Area, hanno rappresentato anche all’estero il progressive-rock italiano. I due pezzi sono anche un omaggio al compianto Francesco Di Giacomo, storica ed inconfondibile voce tenorile della band romana perito in un incidente stradale nel 2014.

Concerto grosso” del New Trolls, fanno da apertura a due pezzi della Premiata Forneria Marconi che chiuderà il programma: la meravigliosa “Impressioni di Settembre” e “È festa”, sì perché tutto il concerto è stato una festa per gli oltre 300 spettatori.

Per il bis, chiesto dal pubblico, i Time Machine hanno scelto “Wish You Were Here” dei Pink Floyd, brano del 1975 che avevano dedicato al loro ex front man Syd Barret, allontanato dalla band a causa di seri problemi mentali, ispirato proprio all’ultimo giorno in cui Barret fu visto dagli altri componenti della band britannica.

Applausi scroscianti del pubblico in standing ovation a salutare la band che, grazie anche ai suoni e alle luci, ha proposto uno spettacolo veramente ben curato sia nella scelta dei brani che negli arrangiamenti.

Il prossimo appuntamento musicale per il pubblico del Rex sarà il 12 aprile prossimo con “Lady Madonna” un omaggio ai pezzi dei Beatles dedicati alla donna di Erika De Lorenzi e la sua band.

Non dimenticate le tre proiezioni “musicali” previste per il Rex Movie 2025, tre docufilm da non perdere:

Mercoledì 26 marzo alle 21 “DallAmeriCaruso”, il concerto di Dalla al Village Gate di New York nel 1986;

Mercoledì 9 aprile, alle 21 “Becoming Led Zeppelin”, storia artistica della band britannica;

Lunedì 28 aprile, ore 18:50 e Martedì 29 aprile, ore 21 i Pink Floyd nel “Live At Pompei”.

Prevendite sul sito del Rex e ai botteghini durante l’orario di apertura.

Tre per Uno: la festa per Charlie Agostini

Rex sold out per il compleanno del mimo padovano.

di Enrico Daniele

foto di Paolo Piccirilli

Come da previsioni, lo spettacolo “Tre per Uno” messo in scena sabato 15 marzo al Cinema Teatro Rex di Padova, ha registrato l’ennesimo sold out.

Ma era chiaro sin dall’inizio che il pubblico era presente al Rex per festeggiare il compleanno di Charlie Agostini (70 anni portati magnificamente) e i 51 di carriera artistica.

Infatti, la quasi totalità aveva già assistito alle tre rappresentazioni su Gaber, Jannacci e Dalla, proposte dalla Compagnia Strapalco nella scorsa stagione teatrale. Quella di sabato, però, non è stata un’offerta da supermercato (prendi tre, paghi uno), come ho sottolineato scherzando col pubblico durante la presentazione della serata, ma il meglio delle tre rappresentazioni.

Gli artisti in scena hanno confermato il loro solido affiatamento, sempre più evidente sia nell’arrangiamento dei pezzi, curato dall’immenso Alessandro Modenese, che nell’interpretazione vocale della sublime Laura Pirri e dello stesso Modenese.

Il resto lo hanno fatto i mimi, Charlie e Renato Cestaro (quest’ultimo abile anche nelle percussioni), l’attore Alessandro Benfatto, cui poco servirebbe il microfono considerato il suo forte e caratteristico timbro vocale e le ballerine Laura De Nicolao e Irene Franceschet, che hanno dato leggera pienezza al tutto.

Una menzione a Giovanni Modenese, giovanissimo figlio di Alessandro, alla sua seconda apparizione al Rex col suo flauto traverso.

La regia di Ernesto Aufiero, le luci di Samuele Bianco e i suoni di Nicolò Sajeva, hanno plasmato uno spettacolo pienamente riuscito.

Il pubblico ha partecipato, come consueto, con grandi applausi, specie sul “Caruso” di Dalla, la “Torpedo blu” di Gaber, il “Cesare” di Jannacci.

Gran finale con “Il Riccardo” e “La libertà” di Gaber, con il pubblico invitato a cantare con Modenese quest’ultimo pezzo che ha sigillato la bella serata.

All’uscita del teatro il buffet dolce per tutti con spumante, offerto dalla casa.

Tanti i riconoscimenti d’affetto per Charlie che, ancora una volta sollecitato da me dopo lo spettacolo, al microfono ha ribadito che all’inizio si era dato il termine della sua carriera artistica quando avrebbe compiuto 40 anni.

Ne sono passati altri 30 da quella volta e tutti ci aspettiamo che Charlie continui ad indossare la maschera e i guanti bianchi ancora per molto tempo!

10 voci, Navigando: chiusura in bellezza con Martina Micaglio

Lo spettacolo conclusivo della 10a edizione della fortunata rassegna “E qualcosa rimane”.

di Enrico Daniele

foto di Roberto Micaglio

Con la bella voce di Martina Micaglio, che ha presentato lo spettacolo 10 voci – Navigando”, si è conclusa sabato 8 marzo la decima edizione della rassegna “E qualcosa rimane” 2025.

Prima della messa in scena, abbiamo incontrato il direttore artistico Charlie Agostini, visibilmente soddisfatto per l’ottima riuscita della rassegna che nelle quattro serate ha superato le 1.000 presenze, trainate dai due, preventivabili, picchi quando sul palco del Cinema Rex si sono esibite Laura Pirri e Rita Muro.

Tuttavia, senza nulla togliere alle altre due brave interpreti, Laura Tiberi e Martina Micaglio, penalizzate – passateci il termine – dalla minor notorietà rispetto al pubblico del Rex che, comunque, ha risposto in maniera più che soddisfacente alle due serate proposte.

Quella di stasera, dicevamo, è stata l’ultima di questa bella edizione e la scaletta presentata è stata rigorosamente tutta al femminile, pienamente nello spirito della rassegna di quest’anno.

Martina Micaglio, accompagnata da Aurelio Doria alle chitarre, Marco Andreose alle tastiere e da Daniele Pinato alla batteria e percussioni, ha spaziato in un ampio panorama di voci femminili, tutte diverse tra loro, dimostrando ottime doti interpretative.

Abbiamo ascoltato  Mina, con la recente “Volevo scriverti da tanto” e la più celebre “Strade vuote”; Nada, con la storica “Ma che freddo fa” presentata a Sanremo 1969; Anna Oxa, con “Un’emozione da poco”, debuttante sedicenne al Sanremo del 1978 e classificatasi seconda, e poi Rettore, Vanoni, Ruggero, Bertè… solo per citarne alcune.

Una menzione particolare va ad una canzone della Oxa, “È tutto un attimo”, altro brano sanremese del 1986 (prodotto da Mario Lavezzi, musicato da Umberto Smaila per i testi di Cogliati e Ciani) che Martina con la sua band ha presentato in un particolarissimo arrangiamento blues, molto apprezzato dal pubblico che ha reagito con un lungo e caloroso applauso.

Tuttavia, a mio parere – e anche a quello del pubblico che ne ha richiesto il bis – la migliore interpretazione tra le 23 proposte e dove Martina ha dato certamente il meglio di se, è stato il brano “Almeno tu nell’universo” , un pezzo scritto nel lontano 1972 da Bruno Lauzi (testi) e Maurizio Fabrizio (musiche) che Mia Martini interpretò a Sanremo nel 1989, vincendo il premio della Critica, portandolo al successo dopo un periodo di ostracismo da parte del mondo dello spettacolo nei confronti della superba cantante calabrese.

Grandi applausi in chiusura per Martina Micaglio, ma tanti, tantissimi a Charlie Agostini, ai volontari del Cinema Rex e al caloroso pubblico che con la nutrita presenza ha nuovamente certificato il successo della manifestazione.

Da non perdere i prossimi appuntamenti musicali del Rex:

Sabato 15 marzo – già sold-out, perciò si spera in una prossima replica – per lo spettacolo di teatro-canzone “Tre per Uno”, un omaggio rivisitato dei tre spettacoli su Dalla, Gaber e Jannacci già proposti dalla Compagnia Strapalco con Charlie Agostini che così festeggia al Rex il suo 70° compleanno, 51° di vita artistica;

Sabato 22 marzo la serata all’insegna del progressive-rock “Opera prog” by Time Machine ;

Sabato 12 aprile l’omaggio al femminile dei Beatles con “Lady Madonna” e la voce di Erica de Lorenzi.

E per chi l’avesse perso ( la serata dello scorso 25 gennaio ha registrato un sold-out e molti sono rimasti fuori ) la riproposizione di “Anche fragile” con la voce di Laura Pirri il 30 maggio.

LDL al Rex: un bel viaggio

Città, viaggio e natura, il percorso musicale dello spettacolo.

di Enrico Daniele.

Foto di Paolo Tiberi.

Non delude il pubblico del Rex la “sorpresa” LDL, il trio acustico con Laura Tiberi alla voce e chitarra, con Davide Zanella al basso (e voce) e Luca Palmarin alle percussioni, ieri sera accompagnati dal sax di Jack Barbierato, che ha presentato lo spettacolo “Dentro la valigia– in viaggio verso me.

Un plauso quindi al direttore artistico Charlie Agostini che, anche nelle novità per il pubblico del Rex, riesce a cogliere i giusti consensi.

Il viaggio proposto da LDL parte dalla città, vissuta con le parole e la musica di “Piazza Grande” di Dalla, arrangiata con ritmi vicini ai lusitani, per poi saltare oltre oceano nella New York cantata dall’ “Englishman” Sting, interpretato dalla voce di Davide Zanella. Si resta a “New York state of mind”, stavolta con Billie Joel cui segue un’inedita versione di “Stayin alive”, mai sentita in arrangiamento acustico, tuttavia molto interessante ed apprezzabile. In città il viaggio finisce con la “Napule è”, omaggio a Pino Daniele.

Ma dalla città si fugge in un viaggio che, con il “Sì viaggiare” di Battisti, il “Giudo piano” di Concato, ci inoltra in ideale percorso lontano dal trambusto cittadino per portarci alle origini, nella natura, senza tuttavia dimenticare le “Strade” dei Subsonica, con le armonie impreziosite dal sax di Barbierato, attraversando la bellissima “Ah che sarà” che la Mannoia ha duettato sia con Pino Daniele che con Ivano Fossati (quest’ultimo autore del brano assieme a Chico Buarque de Hollanda). E in natura bisogna restare senza mezzi per potersela godere, quindi ci si arriva col “Big yellow taxi” dei Counting Crows.

È ancora Sting che ci introduce nella parte conclusiva del viaggio nei campi dorati di “Fieldes of gold”, battuti dal “Hard sun” di Eddy Wedder, seguito dal malinconico realismo di Fabi nel brano “Ha perso la città”, salvo poi inebriarsi con “L’ombelico del mondo” di Jovanotti, ritmato anche dal pubblico, che ci porta infine nella dolce “La vita è bella” (Beautiful that was), indimenticabile colonna sonora dell’omonimo film di Benigni,  portata al successo dall’israeliana Noa.

L’atto finale è lasciato ad un grande del pop, Michael Jackson e la sua “Man in the mirror”, uno specchio dove tutti ci dobbiamo guardare e chiedere se il nostro sia un viaggio che vale la pena di percorrere o se sia necessario cambiare rotta.

Finisce con gli applausi del pubblico una terza serata di valore per gli arrangiamenti acustici dei brani proposti, dove sicuramente il sax di Barbierato ha dato una significativa impronta, senza togliere nulla ai ritmi dettati dalle percussioni di Palmarin. Bella e particolare la voce di Laura Tiberi, che merita senz’altro di essere riascoltata.

L’appuntamento, l’ultimo per la rassegna, è rimandato all’ 8 marzo prossimo, Festa della donna, cui la rassegna è dedicata, con le “Dieci voci”, navigando, di Martina Micaglio che darà voce a dieci donne cantanti tra il 1960 e il 1990.

Come sempre, le prevendite al Rex negli orari di apertura, o su internet accedendo al sito del cinema.

Vento di passione: Pino Daniele e Giorgia interpretati da Rita Muro.

Seconda entusiasmante serata al Rex per la rassegna “E qualcosa rimane” ed. 2025.

di Enrico Daniele

Al direttore artistico Charlie Agostini piace vincere facile.

E non poteva essere certo diversamente sabato 8 febbraio nella seconda, meravigliosa, serata della rassegna “E qualcosa rimane” edizione 2025, la decima, quando sul palco del mitico cinema Rex è andato in scena lo spettacolo “Vento di passione” con protagonista assoluta la splendida voce di Rita Muro.

Per la seconda volta al Rex, l’interprete napoletana ma padovana di adozione, ha presentato un repertorio tagliato su misura per lei, come gli abiti indossati durante le due ore sul palco, regalando al pubblico (ndr. sold out anche sabato) un crescendo musicale che ha percorso il periodo dal primo Pino Daniele sino alla collaborazione con Giorgia, partendo però dal brano pubblicato postumo, a dieci anni dalla scomparsa del cantautore blues man napoletano, “Again” con la proiezione del video nel quale Daniele suona in casa di un altro napoletano doc, l’indimenticato Massimo Troisi.

Napul’è” del 1977, “Je so pazz” del 1979, “A me me piace o’blues” del 1980 e “Yes i Know my way” del 1981 le principali cifre stilistiche che hanno fatto conoscere Pino Daniele al grande pubblico, ed interpretate magistralmente dalla Muro, accompagnata nella sua performance da quattro talenti: Andrea Badan alle tastiere e pianoforte, curatore degli arrangiamenti e “braccio destro” di Rita; la splendida chitarra di Rudy Michelutti espressa in maniera impeccabile nelle sue forme, acustica ed elettrica, così come il tempo scandito con competenza dalla batteria di Marco Campigotto e dalla ritmica del basso di Max Braga.

Intensa e romantica la parte centrale del concerto, con il brano “Quando” (1991), colonna sonora del film di Troisi “Pensavo fosse amore e invece era un calesse” che ci ha portato alla chiave di volta dello spettacolo con “Vento di passione” – singolo scritto e cantato da Pino Daniele e Giorgia nel 2007.

Da Pino a Giorgia il passo è breve e quasi non si sente, perché è ben nota la collaborazione della singer romana che si è affidata alla produzione del cantautore napoletano per numerosi successi.

Rita Muro si dichiara ispirata da Giorgia, una “maestra” la definisce, e fa suo il vigore interpretativo, cantando con grande “naturalezza” brani dalle estensioni incredibili per noi comuni mortali, marchio di fabbrica di Giorgia.

La gradevolissima sorpresa, tenuta nascosta ai più, l’invito a salire sul palco a due grandi amici di Rita: Marco Mengato e Laura Pirri che con lei hanno un sodalizio artistico “vecchio” ormai di vent’anni, i “Whitevoices”, apprezzatissimo vocal trio soul-gospel-funky, con il quale infiamma il pubblico sulle note di “Di sole e d’azzurro”, brano del 2001.

Un finale di concerto in crescendo con “Il mio giorno migliore”, “C’è da fare”, un “Nessun dolore” di battistiana memoria e “Spirito libero” che anticipa il bis finale con “Vivi davvero” che chiude un concerto ben fatto, curato nei dettagli dalla regia di Alice Bortoletto.

Prossimo appuntamento della rassegna il 22 febbraio con il trio acustico LDL, con protagonista femminile Laura Tiberi.

Laura Pirri: “Anche fragile” al Rex

Prima serata di “E qualcosa rimane” ed. 2025

di Enrico Daniele

(ph di Raffaele Celli)

Sabato 25 gennaio si è aperta la decima rassegna “E qualcosa rimane” ed. 2025 curata dal direttore artistico Charlie Agostini.

Un tema, quello di quest’anno, coniugato tutto al femminile così come saranno le cantati donne ad esibirsi nelle 4 serate sul mitico palco del Rex.

Prima tra queste, Laura Pirri, interprete che non ha bisogno di tante presentazioni, apprezzata dal pubblico per le sue incredibili doti interpretative. Con lei l’immancabile, infinito compagno d’avventure musicali, Alessandro Modenese, curatore degli arrangiamenti; Lorenza Bano (violino e tastiere); Carlo Rubini (basso) e un sorprendente debuttante tredicenne Giovanni Modenese (tastiere, percussioni, flauto traverso). Il cognome tradisce le sue origini (è figlio di Alessandro) e da figlio d’arte ne calca le orme. Se tanto mi dà tanto, da quel che si è visto ieri sera, un altro Modenese saprà si farà strada nel mondo della musica.

Anche fragile”, il titolo dello spettacolo, un racconto tratto dalle canzoni di vere e proprie icone della musica italiana contemporanea, ovvero Elisa, Tosca e Fiorella Mannoia.

Nelle sei scene proposte, presentate dal bravo e simpatico Matteo Soranzo, le molteplici situazioni che si presentano nella vita di una donna: una bambina, una fidanzata, moglie, madre…

Il programma musicale ha inizialmente proposto brani forse meno conosciuti dal grande pubblico, tuttavia intensi nei testi e nelle sonorità. Lontanissime da quelle propinate oggi da un certo tipo di artisti (?) che, tanto per rimanere allacciati al tema della manifestazione, poco hanno a che fare con il rispetto della donna.

Però, come alle “nozze di Cana”, il vino migliore è stato servito nel finale.

Infatti, due i pezzi che hanno fatto inebriare il pubblico, sapientemente tenuti all’ultimo dal copione: il sanremese “Vorrei incontrarti tra 100 anni” di Ron e Tosca e  “Quello che le donne non dicono” della Mannoia, nell’intensa interpretazione della Pirri, hanno risvegliato il pubblico che ha accompagnato le canzoni con cori da stadio.

Un finale in crescendo, entusiasmante, che ha strappato lunghi applausi ai presenti.

Una nota sull’età media di quest’ultimi: piuttosto alta, ma sappiamo che oggi è veramente difficile riuscire a muovere un pubblico più giovane. Tanto il disinteresse delle giovani generazioni, che prediligono la mediocrità di un’interpretazione aiutata dall'”autotune” o da altri aggeggi elettronici, e farcita perlopiù da testi volgari e dissacranti, piuttosto che premiare interpreti e musicisti che salgono su un palco solo dopo ore e ore di prove.

Un grande plauso quindi a Charlie Agostini e al Rex che, sin dalla prima serata hanno saputo giocare bene le proprie carte, ottenendo l’ennesimo sold out.

Prossimo appuntamento, l’8 febbraio con un’altra sfavillante interprete, Rita Muro.

E qualcosa rimane: decima edizione

Torna al Cinema Teatro Rex la rassegna musicale curata da Charlie Agostini

di Enrico DANIELE

Come è consuetudine ormai da dieci anni, torna dal 25 gennaio sino all’8 marzo “E qualcosa rimane” la rassegna musicale curata dal direttore artistico Charlie Agostini.

Dieci anni in cui l’evento ha saputo coinvolgere numerosi artisti impegnati sulle diverse tematiche proposte ogni anno, ed ha attirato nella sala del Rex un pubblico sempre più affezionato che ha fatto registrare il “sold out” praticamente in tutte le serate, per la soddisfazione di tutto lo staff della gloriosa sala padovana, la più antica tra quelle cittadine.

Il tema proposto quest’anno è la “donna”. Infatti, “La musica al femminile” è il titolo di questa edizione che vedrà salire sul palco del Rex quattro cantanti molto apprezzate dal pubblico.

Aprirà la rassegna Laura Pirri, sabato 25 gennaio, con lo spettacolo “Anche fragile”, un reportage musicale tratto da Elisa, Tosca e la Mannoia. Con lei sul palco l’immancabile Alessandro Modenese (chitarra) che ha curato tutti gli arrangiamenti, Lorenza Bano (violino), Carlo Rubini (basso) e Giovanni Modenese (percussioni).

Rita Muro sarà la protagonista della seconda serata, sabato 8 febbraio, con il suo “Vento di passioni”. La cantante napoletana, naturalizzata padovana, sarà accompagnata alle tastiere da Andrea Badan, alle chitarre da Rudy Michelutti, Max Braga al basso e Marco Campigotto alla batteria. Per il quintetto il tema verterà su omaggi a Pino Daniele e Giorgia.

Il 22 febbraio per la terza serata la proposta acustica del trio LDL, acronimo di Laura Tiberi (voce e chitarra), Davide Zanella (basso e voce) e Luca Palmarin (percussioni, che proporranno “Dentro la valigia”, un viaggio nel pop acustico italiano e internazionale.

L’8 marzo la serata conclusiva con Martina Micaglio  in “Navigando” un percorso musicale dedicato alle interpreti che va dagli anni ’60 sino al terzo millennio. Con lei Daniele Pinato alle percussioni, Aurelio Doria alle chitarre e Marco Andreose alle tastiere.

L’inizio degli spettacoli sarà alle ore 21 ed il prezzo del biglietto è di euro 12. Sarà possibile acquistare l’abbonamento per le 4 serate al prezzo di euro 40 (al botteghino del Rex negli orari di apertura, oppure on line su ticket.cinebot.it/rex).

“E qualcosa rimane”: parte la stagione dei concerti al Cinema REX di Padova

Mina, Gaber, Nomadi e De André: dedicati a loro i primi 4 concerti
La Memoria, le Donne, il Viaggio e l’Amore i temi trattati nella seconda parte della rassegna.

di Enrico Daniele
Inizia sabato 14 ottobre 2017 “E qualcosa rimane”, la stagione dei concerti al Cinema Rex di Padova. Continua a leggere

Elementi di portfolio