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Laura Pirri: “Anche fragile” al Rex

Prima serata di “E qualcosa rimane” ed. 2025

di Enrico Daniele

(ph di Raffaele Celli)

Sabato 25 gennaio si è aperta la decima rassegna “E qualcosa rimane” ed. 2025 curata dal direttore artistico Charlie Agostini.

Un tema, quello di quest’anno, coniugato tutto al femminile così come saranno le cantati donne ad esibirsi nelle 4 serate sul mitico palco del Rex.

Prima tra queste, Laura Pirri, interprete che non ha bisogno di tante presentazioni, apprezzata dal pubblico per le sue incredibili doti interpretative. Con lei l’immancabile, infinito compagno d’avventure musicali, Alessandro Modenese, curatore degli arrangiamenti; Lorenza Bano (violino e tastiere); Carlo Rubini (basso) e un sorprendente debuttante tredicenne Giovanni Modenese (tastiere, percussioni, flauto traverso). Il cognome tradisce le sue origini (è figlio di Alessandro) e da figlio d’arte ne calca le orme. Se tanto mi dà tanto, da quel che si è visto ieri sera, un altro Modenese saprà si farà strada nel mondo della musica.

Anche fragile”, il titolo dello spettacolo, un racconto tratto dalle canzoni di vere e proprie icone della musica italiana contemporanea, ovvero Elisa, Tosca e Fiorella Mannoia.

Nelle sei scene proposte, presentate dal bravo e simpatico Matteo Soranzo, le molteplici situazioni che si presentano nella vita di una donna: una bambina, una fidanzata, moglie, madre…

Il programma musicale ha inizialmente proposto brani forse meno conosciuti dal grande pubblico, tuttavia intensi nei testi e nelle sonorità. Lontanissime da quelle propinate oggi da un certo tipo di artisti (?) che, tanto per rimanere allacciati al tema della manifestazione, poco hanno a che fare con il rispetto della donna.

Però, come alle “nozze di Cana”, il vino migliore è stato servito nel finale.

Infatti, due i pezzi che hanno fatto inebriare il pubblico, sapientemente tenuti all’ultimo dal copione: il sanremese “Vorrei incontrarti tra 100 anni” di Ron e Tosca e  “Quello che le donne non dicono” della Mannoia, nell’intensa interpretazione della Pirri, hanno risvegliato il pubblico che ha accompagnato le canzoni con cori da stadio.

Un finale in crescendo, entusiasmante, che ha strappato lunghi applausi ai presenti.

Una nota sull’età media di quest’ultimi: piuttosto alta, ma sappiamo che oggi è veramente difficile riuscire a muovere un pubblico più giovane. Tanto il disinteresse delle giovani generazioni, che prediligono la mediocrità di un’interpretazione aiutata dall'”autotune” o da altri aggeggi elettronici, e farcita perlopiù da testi volgari e dissacranti, piuttosto che premiare interpreti e musicisti che salgono su un palco solo dopo ore e ore di prove.

Un grande plauso quindi a Charlie Agostini e al Rex che, sin dalla prima serata hanno saputo giocare bene le proprie carte, ottenendo l’ennesimo sold out.

Prossimo appuntamento, l’8 febbraio con un’altra sfavillante interprete, Rita Muro.